Il treno degli emigranti

14.03.2016

Non è grossa, non è pesante

la valigia dell'emigrante...

C'è un po' di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio...
Un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.


Ma il cuore no, non l'ho portato:
nella valigia non c'è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.


Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù...
Ma il treno corre: non si vede più.

16.04.2016

27.05.2016

Quella tra Amore e Psiche è una delle leggende d'amore più belle di sempre. A scriverla fu, nel II Secolo d.C, lo scrittore latino Apuleio nelle sue "Metamorfosi". Metafora dell'eterna battaglia tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello, la leggenda racconta la storia del Dio Amore (Cupido) e della bellissima Psiche. 

L'autore narra che Psiche era considerata una delle ragazze più belle del mondo, e Venere, la dea dell'amore, non poteva accettare che una mortale potesse competere con il suo fascino.                                                             La dea, così, inviò suo figlio Amore con un piano per farla sparire; quando il figlio di Venere vede Psiche, però, si innamorò perdutamente della ragazza, e così, invece che seguire il piano della madre, decise di portarla segretamente nel suo palazzo.                                                                                                                                                    Per evitare di essere scoperti, Amore strinse un patto con Psiche, dicendole che, quando si incontravano, non avrebbe mai dovuto guardarlo.

Dopo alcuni incontri, però, Psiche era sempre più tormentata dalla curiosità di sapere chi era il suo amante, e, istigata anche dalle sue gelose sorelle, nell'appuntamento successivo, la ragazza aprì gli occhi e guardò Amore. Il figlio di Venere si sentì tradito e volò via, abbandonando la ragazza. Psiche, innamorata del dio, era disposta a tutto per vederlo tornare e così si piegò a delle tremende prove ideate da Venere.

Se Psiche avesse superato i test di Venere, avrebbe ottenuto l'immortalità ed avrebbe potuto ritornare al fianco del suo amato. Con grande tenacia, la ragazza riuscì a superare tutte le prove, arrivando addirittura negli Inferi per prendere un po' della bellezza di Proserpina.

Quest'ultima prova si rivelò un inganno e Psiche cadde in un grande sonno, e quando Amore venne a sapere degli sforzi effettuati dalla sua amata, si recò immediatamente da lei e la risvegliò con un bacio.                      Per non rischiare di perderla di nuovo Amore condusse Psiche sull'Olimpo dove, grazie all'appoggio e all'aiuto di Giove, la giovane principessa, dopo aver bevuto dell'ambrosia, divenne una dea. La leggenda si conclude con il matrimonio dei due innamorati e la nascita di una bellissima bambina che prese il nome di Voluttà. 

La leggenda di "Amore e Psiche" ha ispirato Antonio Canova, autore dell'omonimo gruppo scultoreo realizzato tra il 1787 e il 1793 e conservato presso il museo del Louvre, a Parigi. Una seconda copia, realizzata per mano dello stesso Canova, si trova esposta al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo in Russia.

Canova vuole coinvolgerci  nel tenero e profondo abbraccio che avvolge i due amanti e, così, tra le varie immagini di Amore e Psiche, l'istante  "catturato" per sempre nel marmo è quello in cui il dio ha appena risvegliato con un bacio la sua dolce amante, quel bacio che sancisce la loro unione e che segna il lieto fine per loro. 


Mentre lui le tiene dolcemente tra le sue braccia e la sorregge, lei si avvicina ad Amore tenendolo per la testa.

Le loro labbra, seppur vicinissime, ancora non si sono toccate, bloccate nell'eternità. Amore, per avvicinarsi alla donna, mette il ginocchio sinistro a terra e si avvicina alla protagonista e con la mano destra le regge il seno, simboleggiando il desiderio sessuale ma non osceno.

Non è poi cosi curioso come il nome della figlia nata da "cuore" e "mente" sia stato proprio Volupta, espressione di "gioia" e frutto di un'unione superiore, quella tra sensualità e anima.  E' allora così impossibile intrecciare la mente e il cuore, se ognuno possiede entrambi (conditio sine qua non)ed essere veramente e completamente felici?

18.07.2016

8. 10. 2016

Nuovo Cinema Paradiso

"Nuovo cinema paradiso" è un vero e proprio omaggio all'arte cinematografica e da voce ad un'idea romantica del cinema. E' una storia che parla di emozioni, di sentimenti e nostalgia. Il saper parlare al pubblico tanto con le immagini, quanto con la musica ha fatto dell'opera prima di Giuseppe Tornatore uno dei capolavori della cinematografia italiana e universale, dal momento che vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989 e,nel 1990, si è aggiudicata anche l'Oscar come miglior film straniero.

Con Nuovo Cinema Paradiso, Tornatore mette in scena una pura poesia, un'opera nostalgica, un quadro storico della Sicilia, dal dopoguerra fino agli anni '80, attraverso il lungo viaggio di Totò, cresciuto nell'immaginario paesino di Giancaldo (il nome è preso dal monte ai cui piedi sorge Bagheria, il paese natio del regista), ma soprattutto nella cabina del Cinema Paradiso, unica occasione di svago e, facendo uno sforzo di approfondimento, di alterità che la Sicilia rurale del tempo aveva da offrire. Il destino di Totò era, infatti, distante dal cocente sole isolano e dagli affetti con cui era cresciuto, ineluttabilmente legati a una dimensione rurale che mai sarebbe mutata.

Un film intriso di Sicilia sia per le scene ambientate nel presunto Giancaldo e realizzate a Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, a Castelbuono, a Cefalù e in altri luoghi della provincia palermitana (da Santa Flavia a Termini Imerese, passando per Chiusa Sclafani).

Dalle scene dei grandi classici che si alternano sullo schermo agli accadimenti che segnano le esistenze dei protagonisti, il film di Tornatore sviluppa un linguaggio di pura suggestione anche grazie, anzi soprattutto grazie alle musiche firmate dal maestro Ennio Morricone insieme al figlio Andrea. La musica composta da Ennio Morricone è perfetta, ritagliata su misura a un film e a una scena che sono legittimamente entrati nella storia del cinema. E l'hanno fatto anche grazie alle note del maestro romano che sono state in grado di rintracciare il tono emotivo del racconto, raccogliendone la sicilianità, la giovinezza, il caldo, i sogni, l'abbandono, la mancanza, l'amore, la malinconia e soprattutto la nostalgia per ciò che è irrimediabilmente perduto, e di ridondarne la forza suggestiva. è la colonna sonora a farsi forma significante del sentimento e delle azioni dei personaggi; è alla musica che il regista affida l'espressività di un messaggio di vita intriso di sogni realizzati e di altri, inevitabilmente, persi per sempre.

 Ogni sentimento trova il suo corrispettivo in un tema della colonna sonora del film: dalla gioia della scoperta che segna il rapporto tra Totò e Alfredo (Totò e Alfredo) ai turbamenti d'amore adolescenziale in seguito all'incontro di Salvatore ragazzo con Elena (Tema d'amore); dallo struggimento dell'attesa seguito dal dolore della perdita al ritorno indietro nei ricordi e sui luoghi del passato (Visita al cinema), fino all'incontro con l'amata (Per Elena). La musica vivifica ognuno di questi passaggi e momenti centrali della storia.

Premio BAFTA alla miglior colonna sonora, Nuovo Cinema Paradiso è anche una composizione musicale cosi' penetrante e suggestiva da conquistare cuore e mente, delicata e potente, come come la luce ipnotica che si irradia dai baci d'amore proiettati sullo schermo di una sala cinematografica.

"Una volta un re fece una festa e c'erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del re! Basta! Finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e ce disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che ci disse al soldato: "Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!"Minchia, subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli ci cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva. Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e ci scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle ché non aveva più la forza manco per dormire... mentre la principessa sempre che lo guardava"........


Nuovo Cinema Paradiso , 1988,  scritto e diretto da Giuseppe Tornatore.

24.10.2016


30. 10. 2016

David Gilmour- Marooned

7. 11. 2016



Pareja de bailarines                       Botero

 

L'abbondanza comunica positività, vitalità, energia, esaltazione della vita: la sensualità, intesa non in senso erotico quanto come espressione di piacere.  

12.11.2016



Santana -  Love of my life

                                                                                                                                                                                                                     19. 12. 2016                                                                                             Il postino

                                                                                                                             diretto da Michael Radford e                                                                                                                                Massimo Troisi, 1994 

"Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla"


Ottiene:

  •  un BAFTA al miglior regista                                                                                                             
  •  un BAFTA alla migliore colonna sonora                                                                                       
  • un Critics' Choice Movie Award al miglior film straniero                                                         
  •  il David di Donatello per il miglior montatore                                                            
  •  un Nastro d'argento alla migliore colonna sonora. 

19.01.2017


                                                                        5 . 02 . 2017

If

If you can keep your head when all about you

Are losing theirs and blaming it on you,

If you can trust yourself when all men doubt you,

But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise:

If you can dream-and not make dreams your master;
If you can think-and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools: 

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: 'Hold on!'

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings-nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,

And-which is more-you'll be a Man, my son!

Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te                        la perdono dandotene la colpa;                                                                          se riesci ad aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,        ma tenendo nel giusto conto anche il loro dubitare;                                  se riesci ad aspettare senza spazientirti nell'attesa,                                  o essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,                              o essendo odiato, a non farti prendere dall'odio,                                            pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio;

se riesci a sognare − e non fare dei sogni i tuoi padroni;                          se riesci a pensare − e non fare dei pensieri il tuo scopo;                        se riesci ad affrontare il successo e la sconfitta e a trattare questi due impostori allo stesso modo;                                                                                se riesci a sopportare di sentire la verità che hai pronunciato        distorta da furfanti che ne fanno una trappola per gli ingenui;                o vedere le cose per cui hai dato la vita, distrutte ,                                      e chinarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

se riesci a fare un gruzzolo di tutte le tue vincite                                        e a rischiarle in un sol colpo a testa o croce,                                                  e perdere e ricominciare tutto dal principio                                                    e non dire mai una parola sulla tua perdita;                                                    se riesci a costringere cuore, tendini e nervia                                              servire ai tuoi scopi benché ormai sfiniti da tempo,                                    e a tener duro quando niente più resta in te                                                  tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,                                  o a passeggiare con i Re e non perdere il tuo fare ordinario,                      se né i nemici né gli amici più cari possono ferirti,                                      se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;                                se riesci a colmare l'inesorabile minuto                                                          e a dar valore a ognuno dei suoi sessanta secondi,                                      tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, 

e − quel che più conta − tu sarai un Uomo, figlio mio!

                                                               8 .5. 2017

Nadeah

.

                                                               10. 06. 2017           

         Franco Franchi    &                                                                       Ciccio Ingrassia


23.06.2017


19. 07. 2017

 

Ciuri di strata

                                                                                                                                                                                                                                 

    14.09.2018  

                   Madre                  


Terra Madre, amata ed odiata, mi hai lasciato senza aria, e sono stata costretta ad uscire per poter prendere respirare.
Mi specchio nel ricordo del tuo mare, i pensieri interrompono il loro corso e sfociano in un unico sospiro, che sa di pace, di serenità.
La tua bellezza, che molti cercano di deturpare, mi nutre da lontano.
Ti hanno imbrattato il nome con sangue, paura, omertà; ma tu irrompi, ti fai spazio a gomitate, non ti lasci piegare, come le ginestre che nascono dove le colate laviche distruggono.
E sei un piacere per gli occhi e per l'anima.
Ti hanno tappato le ali con ingiustizie e discriminazioni, cara Terra Madre. Sei arida in tutto e viverti non è sempre facile. Una bella donna difficile da domare. Ma io ti spoglio dei tuoi difetti e mi prendo il tuo cuore caldo. L'affetto della gente, la bellezza del panorama, il cibo, il clima tropicale, le tradizioni intramontabili, l'unicità di un'isola che naviga in mezzo al mare. Sei tutto ed il contrario di tutto.
Come una Madre, vedi partire i tuoi figli in cerca di possibilità che il tuo ventre sterile non ha mai dato. E come una madre, li accogli a braccia aperte al loro ritorno. Stare lontani da te non è facile. Tutti lasciano il cuore nelle tue mani. Perché la notte senza il faro rosso della tua Etna, che illumina più della luna, disorienta. Perché il giorno senza il sole che ci alimenta, spegne. Riconoscerci è facile: abbiamo la lava che ci scorre nelle vene, il vento delle Eolie nei respiri, il mare nelle lacrime, il colore della nostra terra. E te in ogni fibra. Né con te, né senza di te. E consapevoli di ciò, vaghiamo per il mondo con una Trinacria incisa nell'anima. 


10.12.2018


30.01.2019

                                                                                                     LA VOZ A TI DEBIDA

                                                                                                        [34] (Versos 1237 a 1265)

Lo que eres
me distrae de lo que dices.


Lanzas palabras veloces,
empavesadas de risas,
invitándome
a ir adonde ellas me lleven.
No te atiendo, no las sigo:
estoy mirando
los labios donde nacieron.


Miras de pronto a los lejos.
Clavas la mirada allí,
no sé en qué, y se te dispara
a buscarlo ya tu alma
afilada, de saeta.
Yo no miro adonde miras:
yo te estoy viendo mirar.


Y cuando deseas algo
no pienso en lo que tú quieres,
ni lo envidio: es lo de menos.
Lo quieres hoy, lo deseas;
mañana lo olvidarás
por una querencia nueva.
No. Te espero más allá
de los fines y los términos.


En lo que no ha de pasar
me quedo, en el puro acto
de tu deseo, queriéndote.
Y no quiero ya otra cosa
más que verte a ti querer.




                                                                              Ciò che tu sei                                                     mi distrae da ciò che dici.


Lanci parole veloci

inghirlandate di risa,
e mi inviti ad andare
dove mi vorranno condurre.
Non ti do retta, non le seguo:
sto guardando
le labbra dove sono nate.


Guardi, improvvisa, lontano.
Fissi lo sguardo lí, su qualcosa,
non so che, e scatta subito
a carpirla la tua anima
affilata, di saetta.
Io non guardo dove guardi:
sto vedendo te che guardi.



E quando tu desideri qualcosa

non penso a ciò che vuoi,
e non lo invidio: non importa.
Oggi lo vuoi, lo desideri;
domani lo scorderai
per un desiderio nuovo.
No. Ti attendo piú oltre
dei limiti, dei termini.




In ciò che non deve mutare
rimango fermo ad amarti, nel puro
atto del tuo desiderio.
E non desidero piú altro
che vedere te che ami.

.

12.02.2019


29.04.2019


                                                                         3 . 05. 2019

Prometti a te stesso

Prometti a te stesso
di essere così forte che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà, bellezza, amore ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici che c'è qualcosa di grande in loro;
di guardare il lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio, di aspettarti solo il meglio,
di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro;
di essere sereno in ogni circostanza, di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere, da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l'ira, troppo forte per la paura, troppo felice per lasciarti vincere dal dolore. 

                                                                                                   20. 07. 2019  

     Molleggiato's films 


17.09.2019

.

29.07.2020

Una sensazionale versione de "La sera dei miracoli" live dal Teatro Antico di Tindari

06 . 07 . 2020

Ti prego

Quando mi dai la tua piccola mano
che tante cose mai dette esprime
ti ho forse chiesto una sola volta
se mi vuoi bene?

Non è il tuo amore che voglio
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.


03.08.2020

Il mio essenziale

Conosco il tuo amore                                                                                                                                                Conosco la sensazione di avere l'acqua sul mio corpo                                                                                  Sentire il suo collo giorno dopo giorno                                                                                                              Ho superato i miei tormenti per potermi avvicinare ancora                                                                        Ho il tuo desiderio ancorato al mio                                                                                                                      Ho il tuo desiderio ancorato alle mie caviglie                                                                                                Vieni, niente ci frena da nulla                                                                                                                        Tutto dipende solo da noi                                                                                                                           Faccio di te il mio essenziale, tu mi fai nascere tra gli uomini                                                                  Faccio di te il mio essenziale, quella che amerò più di chiunque altro                                                  Se tu vuoi che impariamo l'un l'altro                                                                                                   Conosci il mio amore, conosci le parole che stanno dietro ai miei silenzi                                          Quello che confessano, nascondono e scoprono                                                                                         Ti offro delle cose in cui credere per scongiurare l'assenza                                                                    Il mio futuro è impresso sulla tua mano                                                                                                          Il mio futuro è tracciato come tu lo scrivi                                                                                                      Tieni, niente ci condurrà più lontano se non un gesto che si ripete                                                    Faccio di te il mio essenziale, tu mi fai nascere tra gli uomini                                                                    Faccio di te il mio essenziale, quella che amerò più di chiunque altro                                               Faccio di noi il mio essenziale, tu mi fai nascere tra gli uomini                                                     Faccio di te il mio essenziale, quella che amerò più di chiunque altro se tu vuoi che impariamo l'un l'altro..Se tu vuoi che ci apparteniamo l'un l'altro


                                                                12 . 08 . 2020

Ho scelto te

Nel silenzio della notte
io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento,
io ho scelto te.
Nell'incanto dell'aurora,
io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose,
io ho scelto te.
Nell'arsura più arida,
io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte,
io ho scelto te.
Nella gìoia e nel dolore,
io ho scelto te.
Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te.

Charles S. Lawrence

Nell'amor le parole non contano...conta la musica

Quanto T'ho Amato di Nicola Piovani e Roberto Benigni

Al Flauto Giulia Ventura- Con la cordiale e affettuosa partecipazione al piano

del M° Filadelfio Grasso, realizzatore del video


Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"

se tu mi avessi chiesto dove andiamo

t'avrei risposto "bene, certo sai"
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.
Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai 
nell'amor le parole non contano conta la musica.
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto ma un giorno capirai

nell'amor le parole non contano conta la musica 

La descrizione di UOMO


6.10.2020


27.12.2020

29. 12. 2021



Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,

Silenziosa luna?

Sorgi la sera, e vai,

Contemplando i deserti; indi ti posi. 

(......)

Pur tu, solinga, eterna peregrina,

Che sì pensosa sei, tu forse intendi,

Questo viver terreno,

Il patir nostro, il sospirar, che sia;

Che sia questo morir, questo supremo

Scolorar del sembiante,

E perir dalla terra, e venir meno

Ad ogni usata, amante compagnia.

E tu certo comprendi

Il perché delle cose, e vedi il frutto

Dei mattin, della sera,

Del tacito, infinito andar del tempo.

Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore

Rida la primavera,

A chi giovi l'ardore, e che procacci

li verno co' suoi ghiacci.

Mille cose sai tu, mille discopri

Spesso quand'io ti miro

Star così muta in sul deserto piano,

Che, in suo giro lontano, al ciel confina;

E quando miro in cielo arder le stelle;

Dico fra me pensando:

A che tante facelle?

Che fa l'aria infinita, e quel profondo

Infinito seren? che vuol dir questa

Solitudine immensa? ed io che sono?

Così meco ragiono: e della stanza

Smisurata e superba,

E dell'innumerabile famiglia;

Poi di tanto adoprar, di tanti moti

D'ogni celeste, ogni terrena cosa,

Girando senza posa,

Per tornar sempre là donde son mosse;

Indovinar non so. Ma tu per certo,

Giovinetta immortal, conosci il tutto.

O greggia mia che posi, oh te beata,

Che la miseria tua, credo, non sai !

Quanta invidia ti porto!

Non sol perché d'affanno

Quasi libera vai;

Ch'ogni stento, ogni danno,

Ogni estremo timor subito scordi;

Ma più perché giammai tedio non provi.

Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,

Tu se' queta e contenta;

E gran parte dell'anno

Senza noia consumi in quello stato.

Quel che tu goda o quanto,

Non so già dir; ma fortunata sei.

2.01.2020

Madeleine Peyroux - Smile

20.01.2021

Uno si separa
Insensibilmente
Dalle piccole cose
Come fan le foglie                                                                                                                                                              Che in tempo d'autunno                                                                                                                                                      Lasciano nudo il ramo                                                                                                                                                          E infine la tristezza è la morte lenta delle semplici cose

Queste semplici cose
Che cadon dolendo
Sul fondo del cuore                                                                                                                                                          Uno torna sempre
Al suo vecchio posto
Dove amò la vita
E allora comprende
Come stan da assente
Le cose che ha amato                                                                                                                                                              Per questo muchacha
Non partire ora
Sognando il ritorno
Perché semplice è l'amore
E le semplici cose
Se le divora il tempo                                                                                                                                                                 Dimorati qui
Nella luce solar
Di questo mezzo giorno
Dove troverai                                                                                                                                                                        Con il pane e il sole
La tavola imbandita
Per questo muchacha
Non partire ora                                                                                                                                                                           Sognando il ritorno
Perché semplice è l'amore
E le semplici cose
Se le divora il tempo                                                                                                                                                                Dimorati qui
Nella luce solar
Di questo mezzo giorno
Dove troverai
Con il pane e il sole
La tavola imbandita                                                                                                                                                                 Per questo muchacha
Non partire ora
Sognando il ritorno
Perché semplice è l'amore
E le semplici cose
Se le divora il tempo                                                                                                                                                                Perché semplice è l'amore
E le semplici cose
Se le divora il tempo! 

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2016 Auspice Musarum - Giulia Ventura  - Documentarista sociale
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